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viernes, 30 de enero de 2015

"El cementerio de sacerdotes católicos más grandes del mundo"



El Cementerio mas grande del Mundo

«El cementerio de sacerdotes católicos más grandes del mundo ' no está en el Vaticano sino en Dachau, el primer campo de concentración construido por los Nazis en la ciudad alemana a pocos kilómetros de Mónaco. Entre 1938 y 1945, había 2.579 deportados entre los sacerdotes, seminaristas y monjes, junto con 141 entre pastores protestantes y sacerdotes ortodoxos. 
Y 1.034 murieron en el campo. ...  +



De 1938 a 1945, 2.720 sacerdotes, religiosos y seminaristas fueron deportados al campo de concentración de Dachau, cerca de Munich. Agrupados en "bloques" específicas - que mantendrán para la historia los "cuarteles de los sacerdotes," 1.034 de ellos  abandonaron la vida. Polacos, belgas, alemanes, franceses, italianos, checos, yugoslavos: detrás del alambre de púas de Dachau, "la universalidad de la Iglesia" es palpable. Los hombres que, en una aún cristianizada Europa, disfrutaron de un estatus respetable, a veces prominente, se encuentran arrojados a la angustia absoluta. El hambre, el frío, la enfermedad, el trabajo agotador, golpizas de las SS y Kapos, experimentos médicos o eran válidos debido a transportar estos hombres de todas las edades. Algunos se hunden en la desesperación y se derrumbará, otros - la gran mayoría de ellos - no se reducirá, tal vez con el apoyo de su fe. Compartiendo el destino común de los deportados, los sacerdotes de Dachau se esfuerzan por mantener intacta su vida espiritual y sacerdotal. Una capilla, la única permitida en todo el sistema de campos de concentración, les da una ayuda considerable. Esta experiencia única en la historia de la Iglesia arroja nueva luz sobre la relación entre el nazismo y el cristianismo. Casi 70 años después de su liberación, el campo de concentración de Dachau sigue siendo el mayor cementerio de sacerdotes católicos en el mundo. Guillaume Zeller


«Il più grande cimitero di sacerdoti cattolici del mondo» non si trova in Vaticano ma a Dachau, all’interno del primo campo di sterminio costruito dai nazisti nella cittadina tedesca a pochi chilometri da Monaco. Tra il 1938 e il 1945, vi sono stati deportati 2.579 tra preti, seminaristi e monaci cattolici, insieme a 141 tra pastori protestanti e preti ortodossi. E 1.034 sono morti nel campo.



SONO RIMASTI UMANI. La storia dei religiosi di Dachau, «tra i quali abbondano episodi di vero eroismo», è stata raccontata da Guillaume Zeller nel libro La Baraque des prêtres, Dachau, 1938-1945 (La baracca dei preti), appena uscito in Francia per i tipi di Éditions Tallandier. L’autore, giornalista caporedattore di DirectMatin.fr, è rimasto infatti colpito dalla loro «stupefacente dignità, mantenuta nonostante le SS facessero di tutto per disumanizzare e avvilire i prigionieri».



DA TUTTA EUROPA. Intervistato dal Le Figaro, l’autore spiega che il Vaticano, «non potendo impedire la loro deportazione», era riuscito a farli mandare tutti insieme a Dachau, «anche se provenivano da ogni parte dell’Europa: Germania, Austria, Cecoslovacchia, Polonia, Belgio, Olanda, Lussemburgo, Francia e Italia».


LA DEPORTAZIONE. Alcuni sono stati arrestati per essersi opposti al programma hitleriano di eutanasia (tedeschi), altri perché considerati come delle élites slave (polacchi), altri ancora per aver partecipato attivamente alla resistenza (francesi). «Primo Levi, per quanto ateo, aveva riconosciuto l’ammirevole statura morale e intellettuale dei rabbini deportati ad Auschwitz. Se le circostanze sono differenti – continua l’autore – la stessa cosa si può dire per i preti di Dachau».

FEDE COME «ARMATURA». Questi uomini di chiesa, spiega Zeller, «si sono sforzati di mantenere le virtù di fede, speranza e carità. La preghiera, i sacramenti e il sostegno dato ai malati e ai moribondi, la formazione teologica e pastorale clandestina, la ricostruzione della gerarchia ecclesiale sono stati un’armatura che ha permesso loro di preservare la loro umanità».

MALATI DI TIFO. Non mancano tra di loro storie di eroismo e santità. Nonostante le SS «cercassero di sollevare i detenuti gli uni contro gli altri», «i sacerdoti non hanno ceduto a questo meccanismo». Tra il 1944 e il 1945, in inverno, gli internati sono stati decimati da un’epidemia di tifo. «Mentre SS e kapo non si presentavano più nelle baracche contaminate, dozzine di sacerdoti vi entravano volontariamente, sapendo i rischi che correvano, per curare e consolare gli agonizzanti. Molti sono morti così».

SACRAMENTI IN PUNTO DI MORTE. A Dachau si è tenuta anche la prima – e unica nella storia della Chiesa – ordinazione clandestina a sacerdote di un seminarista tedesco in punto di morte. Il seminarista Karl Leisner ha ricevuto il sacramento dentro una baracca adibita a cappella dal vescovo francese di Clermont-Ferrand, monsignor Gabriel Piguet. Il vescovo era un maréchaliste, cioè sostenitore del maresciallo Pétain, a capo del governo collaborazionista di Vichy dal 1940 al 1944, ma «venne deportato a Dachau per aver aiutato a nascondere gli ebrei e infatti oggi fa parte dei Giusti dello Yad Vashem».

Nunca Mas


56 BEATI. Su iniziativa di Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e papa Francesco, «56 religiosi morti nel campo di sterminio sono stati beatificati, dopo che è stata riscontrata la pratica delle virtù naturali e cristiane in modo esemplare o eroico».

@LeoneGrotti